Per chi non conoscesse l’effetto doppler, non essendo né un fisico, né un matematico, può immaginare quel fenomeno che si percepisce osservando un’imbarcazione che procede a gran velocità con la prua che urta le onde (in realtà è un po’ più complicato di così e qualche fisico mi bacchetterà, ma rende l’idea). Il fatto di avanzare in una direzione con forza, con le vele spiegate o il motore acceso fa aumentare la frequenza delle onde che sbattono sullo scavo frontalmente, cosa che in coda alla nave, a poppa, proprio non si percepisce. Anzi in questo caso le onde appaiono più lunghe e meno frequenti.
Ecco che questo effetto mi piace immaginarlo anche nei progetti. Se c’è interesse, se le interazioni con il team e con il contesto sono numerose, significa che le vele sono spiegate, spinte dal vento e si stanno sfruttando al meglio le risorse disponibili. Al contrario quando, guardandosi attorno, le onde appaiono costanti, monotone in tutte le direzioni, ci possono essere due significati:
1.si sta procedendo lasciandosi trasportare degli eventi e non si è ancora acquisito il ritmo giusto nel progetto. In questo caso è necessario attivarsi concretamente e comprendere quale sia la resistenza;
2. peggio ancora, si è in piena tempesta e il rischio e che l’imbarcazione possa ribaltarsi! In questo caso è probabile che le cause siano di forza maggiore e occorre scalare la situazione se si vuole evitare il collasso del progetto.
Quindi il mio pensiero è: cerchiamo l’effetto doppler, anticipiamo gli eventi e pensiamo in grande. Non preoccupiamoci di prendere le onde con forza….se vi hanno affidato il progetto, lo scafo reggerà!